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Ming Zhen Shakya
Semplice introduzione al pensiero originario Buddhista
di Fa Hu Shakya (precedentemente Yao Sheng)

Semplice introduzione al pensiero originario Buddista

Leggendo attentamente il messaggio Buddista si comprende pienamente la sua perfezione. Una perfezione fatta di semplici parole e di un insegnamento antico, antico quanto la saggezza dell'uomo. Gotama, il Buddha, già nella sua giovane età, consumato da una domanda atroce, viveva il dilemma di ognuno di noi: l'origine del dolore.

Sarebbe inutile ripercorrere in questa sede il lungo calvario esistenziale e ascetico che lo portò alla fine a comprendere come la Legge della Causa e dell'Effetto fosse una dei fondamenti stessi di tutto l'Universo. Meditando proprio su di essa, Gotama, pervenne alla sua interpretazione illuminata del mondo e dell'origine del mondo. La realtà fu così ben interpretata dal Maestro che ancora oggi dopo millenni sono in molti ad inchinarsi di fronte alla sua saggezza, un esempio per ogni uomo sulla terra. Il Buddha non si è mai dichiarato Dio e se una persona lo venera, si venera l'esempio che porta dentro la sua natura immutabile, mai un Dio che può salvare. Nel Buddismo nessuno ci verrà a salvare, ognuno di noi ha in se stesso la chiave per aprire la porta verso la salvezza.

Il Buddha capì una cosa fondamentale: l'esistenza è prevalentemente sofferenza. Alcuni potrebbero affermare che è una visione pessimista della vita, ma se mi lasciate continuare vi ricrederete. In fondo chi può negare che vivere implica dolori, incubi, paure, vecchiaia, morte e altre innumerevoli disavventure? Da questo fatto innegabile, egli passò alla conseguente e logica affermazione: io soffro perché sono nato. Affermazione veramente difficile da confutare. Infatti, spesso anche i figli rinfacciano ai genitori questo fatto (perchè mi hai fatto se poi devo soffrire?), forse in modo un poco utilitaristico e ridicolo, aggiungerei, ma comunque chi di noi può negare che un tale pensiero non sia mai nato nella propria mente soprattutto nella adolescenza? Ma allora perché sono nato? Le ragioni possono essere spiegate per il Buddha in poche semplici righe. Ognuno di noi nasce perché facciamo parte di questo mondo e di questa realtà e giorno dopo giorno alimentiamo questa esistenza, in quanto siamo sempre alla rincorsa della soddisfazione dei nostri più svariati desideri. I desideri nascono dal fatto che abbiamo i sensi (la vista, il tatto, l'udito, l'olfatto e il gusto). Ma perché dalla perfezione del tutto che compenetra tutto abbiamo creduto di essere un qualcosa di indipendente e personale? Per una profonda ignoranza. La nostra consapevolezza nel Sé è stata annebbiata dalla nostra mente riflettente con l'io e l'ego e ha creato questa dualità che ci tiene schiavi in questo mondo illusorio e instabile, o come dice il Buddha: impermanente. La continua ruota delle rinascite ha definitivamente offuscato la nostra coscienza dimenticando l'originaria verità: che siamo tutti un solo Sé.

Da tutto questo si comprende che l'origine e la causa della sofferenza umana risiede nella oscurità e nella ignoranza in cui la nostra mente è caduta. Per il Buddha la strada per eliminare questo velo dell'ignoranza è conoscere le Quattro Nobili Verità:

  1. La sofferenza dell'uomo è causata dal continuo ripetersi delle nascite e delle morti, anche con composti differenti o incompleti.
  2. La causa di queste sofferenze è dovuta alla fondamentale ignoranza, la quale ci fa prendere per cose di valore, cose che in realtà non ne hanno alcuno, cadendo così nella perpetua ripetizione di un film già visto.
  3. La cessazione della sofferenza può essere ottenuta con il raggiungimento della illuminazione finale, in modo da arrestare questa catena infinita.
  4. La Via è quella di eliminare gradualmente i desideri per raggiungere alla Grande Verità.

Per giungere alla Grande Verità, il Risvegliato divise il cammino in otto parti, forse per renderlo più comprensibile a tutti:

  1. Giusta comprensione della legge della cause e dell'effetto.
  2. Giusto pensiero.
  3. Giusta parola.
  4. Giusta azione.
  5. Giusta direzione.
  6. Giusto lavoro.
  7. Giusta autodisciplina.
  8. Giusta concentrazione.

Come si può evincere, il centro del discorso e molto incentrato sul controllo del pensiero. Saper gestire la propria mente e sapere trasformarla in strumento per giungere al Nirvana, nello stato in cui l'io è trasceso o eliminato e in cui brilla solo il Sé infinito.

Il Buddha, sempre con una chiarezza incredibile, elencò anche i 10 più importanti ostacoli per raggiungere la meta:

  1. L'illusione di essere una personalità distinta.
  2. Il dubbio
  3. Le cose superstiziose
  4. I desideri della carne
  5. L'odio
  6. L'attaccamento alle cose e alle ricchezze
  7. Il godere
  8. L'orgoglio
  9. La soddisfazione personale
  10. L'ignoranza

Il Buddha condannò anche le pratiche estreme degli asceti quali le mortificazioni corporali e l'autolesionismo, mostrando che attraverso l'Ottuplice Sentiero ogni uomo poteva maturare dentro di Sé le qualità dell'Arhat: saggezza, compassione, moralità, pazienza, coraggio e concentrazione.

Il Buddha, l'Illuminato, presentò al mondo la sua ricetta per raggiungere la Verità sulla nostra natura e sulla realtà delle cose. Le scritture ricordano spesso una storiella curiosa che raccontava ai suoi discepoli. Egli paragonava il suo insegnamento ad una zattera costruita con rami e tronchi per attraversa un lago profondo. La barchetta, diceva, serve per giungere all'altra sponda. Raggiunta l'altra sponda (il Nirvana) chi la porterebbe in spalla fino alla sua città? L'insegnamento del Buddha è uno strumento per giungere alla conoscenza del Sé, raggiunto ciò che non si raggiunge, ma che già è, niente ha più importanza. Gate, gate, paragate, parasangate, bodhi, svaha.

 
Ultima Modifica: 12-01-2004
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