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Ming Zhen Shakya
Il Settimo Mondo del Buddhismo Chan
di Ming Zhen Shakya (Precedentemente Chuan Yuan Shakya)
Traduzione ad opera di Yao Sheng

Capitolo 6 - Lo Spazio Tra I Sei Modi e Il Settimo

Nel Buddismo a volte immaginiamo che tra la Ruota del Samsara e la montagna del Nirvana ci sia una palude oscura e mortale, una specie di spazio spirituale o bardo che brulica di anime sofferenti.
Ci sono persone che hanno saltato, che sono cadute o che sono state spinte fuori dalla Ruota quando le loro strategie di sopravvivenza hanno smesso di funzionare.
Come il Samsara è realtà vista attraverso gli occhi pregiudizievoli dell'ego e il Nirvana è realtà percepita direttamente, lo spazio o palude è il luogo dove la transizione da un modo di percezione all'altro è possibile... non inevitabile ma possibile.

Lo spazio, quindi, è il periodo critico di disillusione in cui una persona entra ogni volta che improvvisamente scopre che il proprio ego funziona male nel ruolo di arbitro della realtà.
Nel momento in cui gli appare che c'è qualcosa di intrinsecamente sbagliato, che egli sta facendo grossi errori di giudizio e che le cose o le persone su di cui avrebbe scommesso la sua vita risultano non essere ciò che credeva che fossero, allora in questo momento entra nella palude.
Può darsi che egli abbia affrontato la sua vita con efficienza e sicurezza, ma in questo spazio egli dubita della sua abilità nell'affrontare la vita.

Un'immensa varietà di cause possono catapultare un individuo nella palude.
Può darsi che egli sia sopraffatto da un evento che il suo ego vede come una tragedia personale: la morte di qualcuno amato; un tradimento; una malattia seria o un'infermità; un fallimento umiliante o un rifiuto; o a volte persino un apparentemente insignificante difficoltà che ha ammassato in modo critico un accumulo di piccole miserie.
A volte egli semplicemente non sa accettare il naturale cambiamento dell'ordine delle cose come quando nota gli effetti della vecchiaia sul suo viso, sul fisico e sulla virilità o quando i suoi figli crescono e lo escludono dalla loro vita privata, ridimensionandolo a svolgere ruoli di minore importanza.
A volte si dedica troppo pesantemente a un lavoro, un credo, un modo di vita o un'esperienza per scoprire poi che il suo investimento di tempo ed energia è stata una beffa, le mortificazioni di insolvenza.

Un'altra peculiare ma comune cause di introspezione disturbata è un brusco risveglio nel fatto che la fase del "divenire" della vita è finita e che egli è già ciò che è stato destinato ad essere e che la risposta alla domanda "è tutto qui?" è tetramente affermativa.
A prescindere dalla causa, in qualunque momento una persona è sufficientemente colpita da una rivelazione di fallibilità del proprio ego, si troverà in acque di disillusione.
Non è però detto che siccome tutte le persone incontrano problemi seri, tutti loro si troveranno prima o poi nella palude.
Molti ego riescono a far fronte a qualunque avversità.
Molti uomini possono seppellire i loro figli all'alba e lavorare nei dettagli di un affare a mezzogiorno, o possono sopravvivere la più brutale esperienza e ancor prima che il sangue sia lavato dai loro corpi iniziano a mercanteggiare sui diritti della loro storia, o possono anche fare esperienza di un tragico incidente e ridursi a ponderare solo sulle domande che riguardano i meriti di contesa.

Non si può nemmeno presumere che le persone abbandoneranno automaticamente i loro posti nel Samsara durante il semplice corso della crescita. Anche se è vero che la maggioranza di coloro che affrontano i crimini e le follie dei loro ego sono nella mezza età, ci sono molti esempi preminenti, persone più giovani che hanno effettuato la transizione e, d'altra parte, molte persone più anziane che non lasciano mai il Samsara.
Buddha ha lasciato la sua vita samsarica all'età di 29 anni. Shankara, del Vedanta, aveva già fondato molti monasteri prima di morire all'età di 32 anni.
Sri Ramana Maharshi, il grande santo indiano che morì nel 1954, raggiunse la maturità spirituale durante la sua adolescenza.

Riguardo a coloro che si aggrappano alle loro vite ego-deluse e raggiungono la vecchiaia con la loro carcassa samsarica ancora intatta, possiamo trovarne molti che sono così ostinatamente pieni di sé a 65 anni allo stesso modo di mezzo secolo prima, quando erano adolescenti.
A differenza dei loro coetanei che maturavano col tempo - l'indubbio segno della diminuzione dell'ego- molte persone anziane hanno ego che sono ancora duri, avidi, capricciosi ed egocentrici quanto mai.
Non stiamo parlando di sociopatici, derelitti o di malati o infermi a causa dell'età.
Uno scioccante numero di persone perfettamente in salute e anche rispettabili spesso fanno ricorso a una varietà di crimini meschini per soddisfare capricci egoistici.
Alcuni manager di supermercati situati in prosperose comunità per anziani, per menzionare un triste esempio, hanno dovuto prendere provvedimenti seri contro il taccheggio nei negozi e per rispondere alla cattiva pubblicità dell'avere qualche povera e affamata signora anziana arrestata quando hanno scoperto che nonna stava in realtà sgraffignando patè e caviale. (Nonna sa che puoi essere impiccato sia per una pecora che per un agnello).
Qualsiasi magistrato che si occupa di casi automobilistici può confermare il terrificante numero di anziani automobilisti che non vedono oggetti dai 5 metri di distanza in poi e che hanno una risposta di riflessi misurabile in minuti e che ancora insistono sul loro inalienabile diritto a guidare un automezzo in strada.
Non siamo tutti destinati a declinare graziosamente.

Qualsiasi uomo o donna che soffre di disillusione da crisi di questo spazio di cui stiamo parlando, probabilmente troverà la sua difficoltà esacerbata da confusione e senso di alienazione.
Egli saprà che i suoi standard di valutazione devono essere rivalutati, ma non sa come compiere questa revisione. (Il soggetto non può essere il suo oggetto così come l'occhio non può vedere se stesso).
Visto che il giudizio ha già dato prova di inaffidabilità, egli non sa dove rivolgersi o di chi fidarsi.
Le sue vecchie strategie sono inefficaci, le regole del gioco sono cambiate drasticamente.
Con tutte queste cose assieme che sembrano andare male egli si sentirà sotto assedio da ogni parte.
La tensione che percepirà sarà così oppressiva che per trovare sollievo potrebbe incurantemente consumare alcohol e droghe, rendendo quindi pubblico che è fuori controllo e fuori strada.
Oppure potrebbe tenere nascosto il suo dolore soffrendo senza darlo a vedere.
Non vedrà il pericolo visto che la sua presente emergenza lo prevenirà dal pensare razionalmente al futuro.
Non realizzerà di essere in guerra con sé stesso e non comprenderà che il monopolio del suo ego sul proprio destino è stato sfidato.
Lì nella palude sarà pieno di confusione e circondato da morti, morenti, drogati, ubriachi e pazzi.
Potrebbe non essere a lui chiaro al momento che presto potrebbe diventare uno di loro.
Al momento è solo uno straniero in uno strano posto.
Egli ha tre possibilità:

1 - Potrebbe i segnali distanti di un santuario che lampeggia sulla montagna Nirvanica. In molti modi differenti, le religioni di salvezza pubblicizzano sempre la loro abilità nell'aiutare persone nei guai. Se egli è spiritualmente precoce e spesso le persone che meno sospettiamo possano avere potenziali spirituali si rivelano le più dotate divinamente, non ci dovrebbe mettere molto a capire la sua situazione.
2 - Potrebbe guardare indietro al mondo Samsarico e vedere la famiglia, gli amici, gli uomini di tv e una varietà di assistenti sociali, tutti che cercano di recuperarlo dalla ruota e riportarlo a bordo.
3 - Lo rassicureranno che troverà una nuova vita se solo si farà incapsulare i denti, se comprerà un auto sportiva, se si iscriverà in una palestra, se troverà una nuova pettinatura per i capelli che gli sono rimasti, se investe, o se andrà agli incontri e ai ritrovi sociali di persone con simili problemi.

Se egli accetta il loro aiuto e prova tutti i sei mondi nostri per curare la disperazione, sarà solo una questione di tempo prima di scoprire una nuova pettinatura per risolvere una crisi esistenziale e un impianto stereo Blaupunkt non può evitare una chiamata spirituale alle armi.
Nulla cambierà per il meglio. Si sentirà ancora come un alieno... sbalordito, dopo alcuni mesi di questi rimedi sarà un alieno con problemi economici.
Il suo disagio si intensificherà e ritornerà nella palude in condizioni peggiori di quando ne era uscito.
Se ha sviluppato problemi seri con l'alcohol o la droga o altri comportamenti autodistruttivi, la famiglia, gli amici, i personaggi della tv e una maggior varietà di assistenti sociali aumenteranno il loro impegno nel salvarlo di nuovo.
Ogni tipo di rimedio samsarico verrà provato sul suo ego in emorragia.
I personaggi televisivi lo dirigeranno in ospedali privati garantendogli di ripristinare la sua dignità, una qualità che ignoreranno quando la sua assicurazione scadrà.
Gli amici aumenteranno l'empateticità "per la grazia di Dio". Fino a quando l'annaspante uomo diventa un odioso ospite per cena o se è abbastanza sfacciato da chiedere un prestito o una lettera di raccomandazione, richieste che nel migliore dei tempi possono essere fatali per le relazioni. (A questo punto di solito non ci sono più riserve di gentilezza e lo si considera come una persona non gradita).

Le famiglie riconsidereranno i legami di sangue. L'amore filiale (figliolo, siamo con te ad ogni passo della via del ritorno) diventerà qualcosa di duro e gelido, nel caso che il figlio inciampi o torni indietro (A tua madre ed io non interessa dove metti il naso, basta in Pensylvania o nei paraggi). Gli assistenti sociali persisteranno nei loro intenti dopo che gli altri avranno cessato di riconoscere la caduta esistenza di quest'uomo.

Alcune persone che ritornano nel Samsara possono riuscire ad essere reintegrati. Alcuni rimarranno in cura per più di due settimane. Ma molti, decidendo che le cure samsariche sono peggiori delle malattie della Palude, rientreranno la Palude per l'ennesima volta. Giù dalla carrozza. Giù dalla profonda fine. Avanti e indietro. Perso e salvato fino a quando la rovina è completa.

Un uomo potrebbe decidere di non rivolgersi ne alla Montagna ne alla Ruota. Cieco e sordo verso tutto tranne che verso le sue battaglie interiori, potrebbe perire nelle acque, una volta per tutte gli uccisori e gli uccisi.

A Uchiyama Roshi, del Tempio Antaiji in Giappone, piace descrivere questa autodistruzione come una situazione che inizia con l'uomo mentre beve sakè, poi dopo un po' diventa il sakè che beve il sakè e infine si arriva al sakè che beve l'uomo. La stessa cosa avviene con una varietà di droghe, legali e illegali, che iniziano promettendo di liberare l'uomo dai suoi guai e finiscono col peggiorare i suoi guai e uccidendolo.

E' triste notare che quelli che esprimono un interesse nel trovare una via di aiuto nella religione non ricevono mai incoraggiamenti dalle persone che sono nella Ruota. Nessuno nel Samsara consiglia mai a un uomo ferito nel suo ego di cercare una cura alle sue ferite nella religione.
Il mondo dell'ego semplicemente non riconosce il separato e distinto mondo dello spirito. In termini di geografia spirituale, la Montagna del Nirvana non può nemmeno essere vista dalla Ruota del Samsara. Le persone che sono nella Ruota non sanno che per raggiungere il Nirvana è assolutamente necessario negoziare la Palude. (Non c'è altra via). Essi credono con certezza che il Nirvana sia semplicemente un raffinato stato o una maggior altitudine di Samsara. Essi sono a conoscenza dell'esistenza di persone spirituali ma credono che la spiritualità sia semplicemente una condizione di ego alterato, un ego che, forse, si è purgato di tutti i segni esterni del peccato e, come ricompensa, è stato glorificato ed elevato. Non possono concepire di perdere il proprio ego, una perdita, secondo loro, equivalente alla perdita della loro mente o almeno della loro umanità.
Per loro le persone senza ego sono persone senza umanità: vegetali, amebe e lunatici- gruppi in cui nessuno si include volentieri.

Oltretutto, anche se essi dovessero ammettere che la disillusione e l'alienazione sono problemi religiosi, fraintenderebbero i termini della soluzione. Gli ego, per natura, tendono a dominare gli altri ego, un controllo che invariabilmente si estende a interessi fiscali. Le persone nel Samsara istintivamente temono che la religione possa liberare una persona dai suoi beni come la libera dal dolore. Gesù può aver consigliato coloro che desideravano diventare suoi discepoli di dar prima i loro soldi ai poveri, ma nessuna persona nella "Regno della Cristianità" ha mai consigliato a un parente di essere così sfrenatamente generoso. Nemmeno amici o assistenti sociali approvano una tale eresia. Molti consiglierebbero a un uomo ferito di parlare col suo prete o di passare un po' di tempo in Chiesa; ma, visto che i novizi spesso trasferiscono le loro proprietà agli ordini religiosi in cui entrano, non gli consiglieranno di cercare un santuario in un monastero. Essi accetteranno però il suo potere di avvocato mentre lui si affida a una casa di cura.

Queste, dunque, sono i tre possibili destini che aspettano chi è sceso dentro questo spazio. Egli può fare ritorno nel Samsara, più sul chi va là, segnato e in qualche modo piu sinistro e meno spontaneo di quanto lo fosse prima. Nel caso che tutte le terapie dovessero fallire e nel caso ricadesse nelle sue vie autodistruttive, può riesumare la sua carriera nella palude finchè non arriva al punto di distruggersi completamente.

Oppure, in un fortunato, prezioso e lucido momento, egli può distinguere ciò che è ovvio e vedere che la vita è semplicemente molto dolorosa e amara e che, dopo tutti i suoi anni di tentativi, egli ha completamente fallito nell'intento di diminuire il dolore o di addolcire l'esperienza. Questa conclusione deve essere raggiunta; non importa quanto tempo una persona ci mette a raggiungerla, o quanto essa ha sofferto prima di raggiungerla, o persino quanti crimini ha commesso sulla strada verso il raggiungimento di questa conclusione. Importa solo che egli arrivi a questa comprensione.

Se egli si trova nel doloro in mezzo ai morti e ai morenti, i drogati, gli ubriachi e i pazzi e alla fine egli implora Dio di aiutarlo, egli è allora entrato nel Settimo Mondo del Chan.

Nella prima delle Quattro Nobili Verità di Buddha "la vita è amara e dolorosa".
A meno che questa Verità non venga compresa... non accettata sulla fede, ma conosciuta... non studiata, ma testimoniata... non assunta su ragione, ma verificata dall'esperienza, assolutamente e sanza riserva, a meno che una persona non sia a conoscenza, dalla testa ai piedi che la vita è amara e dolorosa, non è nemmeno un candidato per la liberazione buddista.

La Prima Verità deve essere compresa prima che la seconda possa essere rivelata. Vivere nel Samsara significa soffrire. La vita sotto la tirannia dell'ego è un'eterna battaglia che non può terminare in una vittoria. Per quanto tempo il tiranno vivrà ci tiranneggerà. Siamo frustati. La salvezza, quindi, inizia con un'ammissione di sconfitta. (Non con un atto di contrizione, come alcuni direbbero, ma semplicemente con un'ammissione di sconfitta. La contrizione è per seconda).

Un po' più audace e con un po' più di curiosità, il candidato potrebbe presentarsi alla porta di un maestro Chan dicendo che la vita come egli la vede attualmente non vale la pena di essere vissuta e quindi egli vorrebbe investirla in qualcosa di valore; o, potrebbe dire che in qualche modo ha smarrito la sua via e si trova in un posto dove nulla beffa. Dove niente è sincronizzato e dove tutto sembra alieno e senza significato. Egli rimpiange tutto ciò che ha fatto e non da la colpa a nessuno per i suoi misfatti tranne che a se stesso. Egli chiede per una qualsiasi direzione che lo porti via dal luogo ostile, pieno di sofferenza terrena. Potrebbe utilizzare le metafore di battaglia e dire che il suo mondo è in rovina, che la sua lotta con la battaglia lo ha lasciato ferito e pesantemente sanguinante e che non ha più forza per continuare a combattere. Potrebbe aggiungere, quasi come sfida finale, che viene nel Buddismo perché non ha nient'altro da perdere e nessun posto dove andare.

Al suono di queste parole il cuore del maestro inizierà a sventolare e schioccare come una bandiera di preghiera in mezza a un forte vento; nella sua lingua sussurrerà "grazie Signore".

Il maestro sa che la vita dell'ego è realmente amara e che un uomo deve imparare da sé la follia di pensarla in altro modo.

Nel lessico della salvezza, la Disillusione viene prima del Risveglio.

 
Ultima Modifica: 01-04-2004
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